Parla Anemos

18
Dic

Amare se stessi attraverso l’approccio olistico

Dati scientifici, studi clinici, esperienze vissute…ecco le radici su cui si fonda il nostro concetto di approccio olistico. Favorire il benessere e la salute della persona a 360° significa per noi mettere a disposizione del paziente una visione globale che integra tutti gli elementi fondanti della vita dell’uomo, ovvero psiche, alimentazione, attività fisica, relazioni interpersonali e stile di vita, sostenuti da una corretta integrazione fitoterapica. L’espressione più evidente della corretta sinergia di questi elementi nella vita di una persona è il suo stato di salute. 

Indagare e integrare, nell’approccio di cura al paziente, psiche, alimentazione, attività fisica e supporto fitoterapico dà l’opportunità di mettere a disposizione del singolo un trattamento di cura o un mix di terapie ad personam, pensando a ciascuno di noi come ad un unicum (“Integrative Medicine and Mood, Emotions and Mental Health” – Anuj K Shah et al. Prim Care. 2017 Jun.).

Questo approccio ha lo scopo di guidare le persone verso un “percorso di equilibrio” tra mente e corpo. Nella moderna medicina occidentale infatti, l’assistenza sanitaria fisica è stata purtroppo, separata da quella mentale. Un approccio integrato è una strada importante per ricollegare mente, corpo e spirito, senza però prescindere dall’essere in linea con le convinzioni e la cultura del paziente. 

Un approccio di cura olistico è uno scrigno di opportunità e interventi per sostenere, gestire e curare la salute mentale, emotiva e fisica di un individuo, aiutandolo così a ritrovare l’Amore per se stesso.

La cura attraverso il naturale: la Fitoterapia

La fitoterapia è una disciplina medica che consente un corretto uso a scopo preventivo o curativo delle piante medicinali e dei loro derivati, in relazione alle proprietà farmacologiche dei costituenti chimici presenti in esse e nei prodotti utilizzati (Firenzuoli, 1998). 

Negli ultimi vent’anni, questa disciplina è stata enormemente valorizzata e rivalutata non solo per il crescente numero di persone che vi si sono avvicinate e che oggi la utilizzano, ma anche per il grande interesse da parte della Comunità Scientifica, come dimostra la pubblicazione di numerosi studi scientifici e clinici sulle proprietà salutistiche delle piante medicinali. La Fitoterapia è diventata, infatti, una disciplina medica a tutti gli effetti, dove scienza e medicina tradizionale finalmente si incontrano. 

I due terzi circa della popolazione mondiale (l’80% secondo l’OMS) utilizza, oggi, le erbe medicinali.

Nei paesi del Sud del mondo (in particolare in Africa e Sud America) la medicina tradizionale a base di erbe prevale sulla medicina convenzionale e viene utilizzata dagli sciamani e dai guaritori; In India e in Cina le erbe sono da sempre inserite nei rispettivi sistemi di cura tradizionali: si parla infatti di Medicina Tradizionale Cinese e Medicina Ayurvedica, discipline millenarie che vengono sempre maggiormente valorizzate dalla ricerca scientifica moderna. 

La storia della fitoterapia si perde nella notte dei tempi ed è antica quanto la cultura dell’uomo. Pensiamo, ad esempio, che il primo grande erbario cinese (Pen-Tsao) in cui vengono descritti più di 200 rimedi tradizionali risale al 2800 a. C e che nel 2500 a. C prende corpo il Rig Veda, il più antico testo sacro Indù, in cui sono descritte circa 67 erbe della tradizione Ayurvedica. Gli antichi Egizi sapevano già distillare le piante officinali e ottenere oli essenziali che utilizzavano per preparare cosmetici o durante funzioni religiose e nelle pratiche di mummificazione. In Occidente, il primo orto botanico è stato fondato nel 1546 dall’ Università di Padova.

La straordinarietà e la bellezza delle piante medicinali sta nel contenere una moltitudine di sostanze, il cui quantitativo è determinabile e standardizzabile, ma che possiede sempre un certo grado di variabilità dovuto alla loro natura di esseri viventi, diversi l’uno dall’altro, la cui ricchezza biochimica ed energetica dipende dal tipo di coltivazione, dal luogo, dai processi di raccolta ed estrazione. Le piante, infatti, non contengono sostanze chimiche isolate, bensì un Fitocomplesso, che costituisce l’unità biochimica “integrale”  della pianta stessa, ovvero l’ insieme dei suoi componenti chimici, risultante dalla naturale combinazione del “principio attivo” (quello a cui sono state riconosciute proprietà farmacologiche) con altre sostanze, chiamate “coadiuvanti (ad es., cellulosa, mucillagini, vitamine, minerali) che nell’insieme conferiscono alla pianta le specifiche proprietà terapeutiche per cui viene utilizzata. 

Oggi sappiamo che è proprio questo armonico insieme di sostanze che rende le piante medicinali così uniche e straordinarie, non solo i singoli principi attivi. Molti di essi, infatti, presi singolarmente, possono rivelarsi meno efficaci o con effetti diversi da quelli della pianta nel suo complesso (Firenzuoli, 2008, Dizionario di Medicina Treccani, 2010).

La Fitoterapia può essere utilizzata con successo in qualsiasi ambito salutistico, per sostenere l’organismo sia in prevenzione che in casi di problematiche di salute particolari. 

Ad esempio, la fitoterapia può dare realmente un aiuto straordinario a livello psico-fisico per fronteggiare la problematica che regna sovrana in questa epoca storica: lo stress. Esistono, infatti, moltissime piante (come la Rodiola, la Maca andina, il Ginseng, l’Ashwagandha o Ginseng indiano) che posseggono proprietà “adattogene”, ovvero che aumentano la resistenza allo stress e agli agenti nocivi, aiutando l’organismo ad “adattarsi”, a dialogare con essi, normalizzando, ottimizzando le risorse e le funzioni biologiche e riducendo il senso d’affanno, il calo di memoria, l’ansia e tutti i sintomi correlati allo stress.

Alimentazione

L’alimentazione dell’uomo riguarda solo in parte il bisogno di alimentarsi per sopravvivere, è molto di più.

E’ un atto di amore verso noi stessi.

Il rito del pasto, infatti, è legato a molte necessità, come, ad esempio, socializzare e condividere con gli altri un momento di piacere e convivialità. Il cibo, inoltre ha un significato psicologico ed emotivo molto importante: esso consola, tiene compagnia, premia, punisce. Il cibo può curare o far ammalare il nostro corpo.

Ippocrate diceva: “Siamo ciò che mangiamo”, a significare che siamo ciò di cui ci nutriamo. Essere consci dell’aspetto curativo e della valenza psicologica dell’alimentazione può offrirci una nuova prospettiva in termini di consapevolezza e possibilità di agire, determinando il nostro stato di salute. 

Un’alimentazione consapevole è quindi la ricetta vincente per promuovere il nostro stato di benessere, poiché tutto ciò che mangiamo diventa parte integrante di noi stessi. 

Il nostro organismo, per mantenere o riacquistare uno stato di salute, deve essere ricettivo. Il primo passo per acquisire un’alimentazione consapevole e amorevole verso noi stessi è quello di conoscere alcune regole di base per nutrirlo quotidianamente nel modo migliore, cioè con cibi salutari e liquidi (acqua e infusi di erbe) in grado di innescare le sue funzioni depurative prevenendo intossicazioni e infiammazioni.

Per questo è fondamentale incrementare innanzitutto il consumo quotidiano di ortaggi, frutta e in particolar modo quelli di color verde, ricchi di clorofilla, che possiedono un alto potere detossificante sull’organismo. 

Importante è anche consumare ortaggi e frutta crudi per beneficiare delle proprietà degli enzimi, delle vitamine e dei minerali che, con la cottura, potrebbero inattivarsi o disperdersi.

Inoltre un’altra regola fondamentale è quella di consumare possibilmente cibi di stagione e del nostro territorio, che significa fare scorta di vitamine ed elementi nutritivi preziosi che ci servono in uno specifico periodo dell’anno. Ad esempio, le zucchine, i cetrioli, le angurie e le pesche sono alimenti ricchi di acqua, che maturano nei mesi estivi e aiutano l’organismo e bilanciare la disidratazione e il caldo.

Le arance e tutti gli agrumi sono invece frutti tipicamente invernali, dato che sono molto ricchi di Vitamina C, che come sappiamo, svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie stagionali e dell’influenza.

Altra regola cruciale è quella di saper monitorare cibi come i cereali ricchi di glutine, la carne e gli alimenti di origine animale (in particolare il latte e i latticini), che hanno un’azione pro-infiammatoria sull’organismo, preferendo ad essi tutti i cibi ricchi di acid grassi omega-3 e omega-6 come il pesce e la frutta secca.

Infine è consigliabile, ove possibile, scegliere alimenti di provenienza biologica che sono garanzia di maggiore salute per l’assenza di elementi tossici come pesticidi, diserbanti e fertilizzanti, che possono accumularsi nell’organismo e mettere a rischio quel preziosissimo stato di equilibrio dinamico che è la nostra salute.

Attività Fisica

Studi scientifici definiscono il problema della sedentarietà come una pandemia “con importanti conseguenze per la salute, l’economia, l’ambiente, la società” (The Lancet – Volume 380, Issue 9838, luglio 2012).

La ricerca ha dimostrato, infatti, che la sedentarietà rappresenta un fattore di rischio indipendentemente dai livelli di attività fisica praticati. 

Le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della salute (Oms) (World Health Organization, Global recommendations on physical activity for health: 18-64 years old, 2011.) indicano che una persona adulta, tenendo conto delle sue condizioni psicofisiche, dovrebbe per esempio svolgere settimanalmente almeno 150 minuti di attività fisica aerobica di moderata intensità. A ciò si dovrebbero aggiungere anche esercizi per l’allenamento della forza muscolare, coinvolgenti i principali gruppi di muscoli.

L’International Society of  Sport  Psychology  (ISSP), inoltre,  ha evidenziato già dal 1992, che  l’attività  fisica porta benefici anche a livello psicologico a  breve  e  lungo  termine. In particolare l’ISSP  (International  Society  of  Sport  Psychology) ha sottolineato che  l’attività  fisica  ha  un  effetto  positivo  sull’autostima  e su alcuni disturbi dell’umore.

L’attività aerobica quotidiana può per esempio, migliorare l’umore di una persona in meno di due settimane (Susan M. Friedman, MD, MPH , Carol Hee Barnett, PhD, JD, and Ted D. Barnett, MD, Lifestyle Medicine in the Midst of a Pandemic).

Spesso purtroppo, non si considera quanto l’attività motoria possa incidere positivamente sulla salute fisica, l’immagine corporea, le strategie di reazione delle persone allo stress e la qualità della vita. 

Uno dei molteplici strumenti per entrare in contatto con noi stessi: la Meditazione

Meditare significa riuscire a concentrare l’attenzione su di sé, dare spazio alle proprie percezioni, sensazioni, emozioni e ai propri pensieri.  Meditare significa anche concentrarsi sull’ambiente esterno al fine di raggiungere un livello di maggiore consapevolezza e calma interiore. Esistono molti tipi di pratiche meditative (statiche, in movimento, danzate, attraverso il tocco,…) che approfondiremo assieme in questo percorso. 

Ma, perché meditare? Perché fa bene per tanti motivi, fa bene al corpo e alla mente, perché è un profondo viaggio interiore che favorisce la crescita emotiva e ci fa scoprire i tesori nascosti che sono dentro di noi.

Fa bene meditare perché la nostra concentrazione, la memoria, la reazione allo stress aumentano, ci sentiamo ricaricati di energia perché il nostro corpo rilascia più facilmente le tensioni e possiamo sentirci più rilassati e tranquilli, in sintonia con la natura ed il mondo. 

Le preoccupazioni ed i pensieri ripetitivi e negativi, si allontanano ed i problemi possono essere considerati non insormontabili e opprimenti, perché attraverso la meditazione aumenta la creatività necessaria per trovare soluzioni diverse, senza essere immersi in un caos mentale.

Se ci regaliamo del tempo, impariamo a riconoscere, interpretare, esprimere e canalizzare le nostre emozioni e migliora il rapporto con noi stessi e con gli altri, che diventano compagni lungo il viaggio della vita.

Meditare diventa un valore aggiunto dell’esistenza, che in termini economici non costa nulla anche se è stato ripetutamente provato da studi scientifici (Matthew S. Burgstahler , BA & Mary C. Stenson , PhD,  Effects of guided mindfulness meditation on anxiety and stress in a pre-healthcare college student population: a pilot study. Journal of American College Health , Apr 2019) che genera moltissimi benefici duraturi.

Grazie alla meditazione possiamo migliorare il nostro sistema immunitario, diminuire la pressione sanguigna, aumentare la produzione di serotonina, ridurre stati depressivi, stress e ansia, gestire il dolore cronico, migliorare la concentrazione e tanto altro.

Quindi la domanda a cui rispondere non è perché meditare, ma piuttosto perché non farlo?


Dott.ssa Chiara RubiniProduct Development & Suppliers Coordinator Prodeco Pharma

Dott.ssa Sonja De CrescenzoR&D Prodeco Pharma

Dott.ssa Vania CusinatoPsicologa


Bibliografia:

  • Michele Riefoli, Mangiar sano e naturale, Macro Edizioni, 2011
  • Paul Pitchford, Il cibo della salute, Edizioni Enea, 2019
  • F. Firenzuoli, Fitoterapia. Guida all’uso clinico delle piante medicinali, Edra 2009
  • Benzie IFF, Wachtel-Galor S, editors. Herbal Medicine: Biomolecular and Clinical Aspects. 2nd edition. Boca Raton (FL): CRC Press/Taylor & Francis; 2011. 
  • WHO traditional medicine strategy: 2014-2023.
  • Matthew S. Burgstahler , BA & Mary C. Stenson , PhD,  Effects of guided mindfulness meditation on anxiety and stress in a pre-healthcare college student population: a pilot study. Journal of American College Health , Apr 2019

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